La commedia "Ciao nonno!"
Molteplici e di alto interesse sono i motivi di plauso e di incoraggiamento per questa iniziativa, che viene a
riproporre a Castagneto un’attenzione per il teatro di antica e nobile data.
Ognuno di noi può sfaccettare tale attenzione a suo piacere, rilevandone motivazioni personali e
interpetrazioni di varia natura. Quelle storiche sono comunque le più numerose e interessanti.
In passato Castagneto fu, con Campiglia, il centro più popolato e importaante dell’Alta Maremma
e beneficiò, costantemente, di fenomeni immigratori che incisero su una crescita culturale di notevole livello.
Non a caso, anche il Quarantotto rivoluzionario castagnetano, rinomato e temuto dovunque, fu di
un’intensità tale da creare grattacapi ricorrenti al granduca Leopoldo II, a capi politici anche sovvertitori
come Guerrazzi (che voleva radere al suolo Castagneto) e al conte Guido Alberto della Gherardesca
che da anni prima del 1848 aveva adottato la prudente abitudine di tenersi alla larga da Castagneto.
Raggiunto il fatidico compromesso e prima ancora che venisse firmato il contratto definitivo delle “preselle”,
che per la seconda volta nella loro storia rendeva i castagnetani, nessuno escluso, “tutti possidenti”,
l’entusiasmo della gente si tradusse in iniziative culturali di alta rilevanza per il paese: la nascita della
prima Filodrammatica (1850), la fondazione della Filarmonica (1852) e, aspirazione che non poteva latitare
dato il raggiunto benessere economico e sociale, il sorgere delle ribotte gastronomiche.
Con simili istituzioni, il primo pensiero successivo fu dedicato alla costruzione di un vero e proprio teatro.
Nella commissione appositamente creata, uno dei protagonisti più influenti fu Vincenzo Tavernelli,
“Tavernello”, vera anima della filodrammatica e della filarmonica fino alla sua scomparsa (1878).
Con lui e dopo lui, le due “società per azioni” dell’epoca erano lanciate verso il futuro.
In seguito, come dovunque, ci furono alti e bassi, dovuti al passaggio sempre più frequente di valide
compagnie di giro, alla nascitain sede locale dell’opera lirica e dell’operetta, all’ avvento del cinema, e
anche alla grande guerra, a varianti politiche e conseguenti modifiche di indirizzi e di programmi, come,
durante il fascismo, quando fu giocoforza indossare la camicia nera e incorporare le due istituzioni
nell’Opera Nazionale Dopolavoro. Ma anche allora si affermò una notevole attenzione, oltreché per
la Filarmonica, indispensabile nelle sfilate e nelle manifestazioni di regime, pure per la Filodrammatica.
Nel dopoguerra invece, pochi i bagliori, salvo qualche saltuaria iniziativa parrocchiale o di comitati turistici locali.
Ma senza seguito. La recente rinascita del teatro Roma, dopo quella della Sala di Via dei Molini, ha portato nuovi
incoraggiamenti ed entusiasmi. Poco più di tre mesi fa, è nata l’ ”Associazione Nino Besozzi – Iniziative Artistiche”,
con lo scopo dichiarato di “diffondere la passione per l’arte teatrale”.
L’anima di tale iniziativa è rappresentata da Aldo Besozzi, figlio d’arte, che ha trovato a Castagneto spontanei
ed elevati slanci esistenziali e artistici. Non a caso era stato preceduto nelle intenzioni da un regista teatrale
come Giorgio Strehler, il quale, in occasione della inaugurazione della Sala di Via dei Molini, si manifestò
fermamente interessato a creare nel teatro Roma, una volta restaurato, una scuola di recitazione a vasto raggio.
Purtroppo il destino bloccò nella maniera più crudele la sua nobile iniziativa.
Aldo Besozzi riparte da questo inopinato stop e, creata “l’Associazione Nino Besozzi”, porta in scena,
insieme ad amici di Castagneto e Donoratico, una commedia di Guglielmo Giannini, poco fortunato
protagonista politico come “uomo qualunque”, ma validissimo autore di sceneggiature per film e pièces teatrali.
La commedia “Ciao nonno!”, brillante e pepata, rappresentata nelle principali città italiane dal 1950 al 1963
da attori della levatura di Antonio Gandusio, Nino Besozzi, Laura Solari, Bianca Toccafondi e C, viene rivisitata
per i nostri tempi al teatro Roma, ovviamente “non a scopo di lucro” ma “con l’intenzione, a partire dal 2008,
di “organizzare corsi di preparazione al teatro e alla recitazione, oltre a seminari di presentazione di autori,
registi e attori più rappresentativi del Teatro italiano”.
Il minimo che si possa augurare, per i protagonisti e per Castagneto, è “Buona fortuna!”
Luciano Bezzini