L'autore della commedia "Ciao Nonno!"
Guglielmo Giannini è nato a Pozzuoli ed è cresciuto a Napoli.
Di famiglia appartenente alla media borghesia, tuttavia abbandonò assai presto la scuola per esercitare i più diversi mestieri (da muratore a commesso in un negozio di stoffe) prima di approdare al giornalismo, in modesti fogli satirici. Viaggiò per l'Europa: qui si appassionò al romanzo giallo ed iniziò a scrivere con questa tecnica vari copioni. Tra alcune sue commedie "gialle" (L'anonima fratelli Roylot, Il tredicesimo furfante).
Il giornalismo
Solo dopo aver convinto i familiari riuscì ad intraprendere la carriera giornalistica e nel 1914 arrivò alla direzione de L'Avanti! Cinematografico. Da soldato partecipa alla Guerra Italo-Turca ed alla Prima guerra mondiale, ma al termine della "Grande Guerra" si trasferisce a Roma dove comincia la sua attività di commediografo.
Tra i suoi testi più importanti ebbero particolare successo Parole d'onore del 1923, Il castello di bronzo del 1931, La casa stregata del 1934, Mani in alto del 1936, Supergiallo (dello stesso anno) e Il sole a scacchi del 1940. Fu autore di canzoni popolari come: Maruska e Rosa di Malaga. Contrario all'ingresso dell'Italia nella seconda guerra mondiale (scelta questa non dettata da un'adesione al pacifismo bensì dalla convinzione che la sconfitta fosse certa), faticherà per questa sua posizione a continuare a lavorare.
Durante il conflitto bellico, suo figlio Mario morirà in battaglia nel 1942. A questo straziante episodio è dedicato il saggio La folla, scritto da Giannini dopo la notizia del decesso del figlio, portato alle stampe nel 1945 e pubblicato nel 1946.
Questa tragedia contribuì a radicare in lui un odio indiscriminato per la classe politica, e in particolare per i suoi capi, senza distinzione di colore. Bisogna distruggere, ripete "il mito del capo, dell'uomo provvidenziale" che opprime la folla anonima e la manda a morire in guerra solamente per soddisfare le proprie ambizioni.
Il cinema
Nel 1943 Giannini si cimenterà col cinema girando ben quattro film in un anno: ebbero però ampio accesso alle sale soltanto Grattacieli e 4 ragazze sognano, entrambi con Paolo Stoppa come protagonista.
L'Uomo Qualunque
Stanco della dittatura fascista e dell'intromissione della politica nella vita dei privati cittadini, ma anche del ritorno dei partiti tradizionali, Giannini si mise a capo di un movimento, chiamato Fronte dell'Uomo Qualunque, il cui motto era "non ci rompete più le scatole": nel 1944 nacque il settimanale dell'Uomo Qualunque (che ebbe una tiratura media di 800.000 copie). Poco dopo nacque anche il partito.
La politica
Il movimento, che avrebbe generato una nuova pseudo-ideologia politica chiamata appunto "qualunquismo", ottenne il 5,3% dei voti alle elezioni politiche del 1946, potendo così contare su 30 deputati all'Assemblea costituente, tra cui lo stesso Giannini. parlamentari
L'Uomo Qualunque fece proseliti soprattutto al Sud, dove otteneva il voto dei grandi proprietari terrieri spaventati dalla rivolte delle masse contadine (appoggiate dal Partito Comunista Italiano) e dagli ex-fascisti. La nascita del Movimento Sociale Italiano ed il rafforzamento della Democrazia Cristiana su posizioni conservatrici causeranno il crollo elettorale dell'UQ.
Nel 1947 Giannini, dopo aver tentato un'alleanza con la Democrazia Cristiana ed il MSI, si avvicina al leader comunista Palmiro Togliatti, definito due anni prima "verme, farabutto e falsario". Molti simpatizzanti dell'Uomo Qualunque, allibiti da questa scelta, abbandonano Giannini che, messo alle strette, rinuncia al patto d'amicizia con il PCI per stringerne un altro con il Partito Liberale Italiano. Ormai il danno è fatto: alle elezioni politiche del 1948 l'alleanza UQ-PLI ottiene solo il 3,8% dei consensi, e poco dopo i liberali se ne chiamano fuori. Giannini viene eletto alla Camera e aderisce al gruppo Misto.
Il movimento di Giannini si scioglie l'anno successivo. In vista delle elezioni del 1953, Giannini si candida nella DC, senza tuttavia essere eletto. Poco dopo le elezioni, Amintore Fanfani forma un governo di centrosinistra con il Partito Socialista Democratico Italiano e Giannini, contrario a tale formula politica, individua come possibili interlocutori prima il MSI e poi il Partito Nazionale Monarchico.
Nel corso della sua esistenza, durata 69 anni meno quattro giorni, fu anche sceneggiatore, librettista e direttore di compagnie.
Di famiglia appartenente alla media borghesia, tuttavia abbandonò assai presto la scuola per esercitare i più diversi mestieri (da muratore a commesso in un negozio di stoffe) prima di approdare al giornalismo, in modesti fogli satirici. Viaggiò per l'Europa: qui si appassionò al romanzo giallo ed iniziò a scrivere con questa tecnica vari copioni. Tra alcune sue commedie "gialle" (L'anonima fratelli Roylot, Il tredicesimo furfante).
Il giornalismo
Solo dopo aver convinto i familiari riuscì ad intraprendere la carriera giornalistica e nel 1914 arrivò alla direzione de L'Avanti! Cinematografico. Da soldato partecipa alla Guerra Italo-Turca ed alla Prima guerra mondiale, ma al termine della "Grande Guerra" si trasferisce a Roma dove comincia la sua attività di commediografo.
Tra i suoi testi più importanti ebbero particolare successo Parole d'onore del 1923, Il castello di bronzo del 1931, La casa stregata del 1934, Mani in alto del 1936, Supergiallo (dello stesso anno) e Il sole a scacchi del 1940. Fu autore di canzoni popolari come: Maruska e Rosa di Malaga. Contrario all'ingresso dell'Italia nella seconda guerra mondiale (scelta questa non dettata da un'adesione al pacifismo bensì dalla convinzione che la sconfitta fosse certa), faticherà per questa sua posizione a continuare a lavorare.
Durante il conflitto bellico, suo figlio Mario morirà in battaglia nel 1942. A questo straziante episodio è dedicato il saggio La folla, scritto da Giannini dopo la notizia del decesso del figlio, portato alle stampe nel 1945 e pubblicato nel 1946.
Questa tragedia contribuì a radicare in lui un odio indiscriminato per la classe politica, e in particolare per i suoi capi, senza distinzione di colore. Bisogna distruggere, ripete "il mito del capo, dell'uomo provvidenziale" che opprime la folla anonima e la manda a morire in guerra solamente per soddisfare le proprie ambizioni.
Il cinema
Nel 1943 Giannini si cimenterà col cinema girando ben quattro film in un anno: ebbero però ampio accesso alle sale soltanto Grattacieli e 4 ragazze sognano, entrambi con Paolo Stoppa come protagonista.
L'Uomo Qualunque
Stanco della dittatura fascista e dell'intromissione della politica nella vita dei privati cittadini, ma anche del ritorno dei partiti tradizionali, Giannini si mise a capo di un movimento, chiamato Fronte dell'Uomo Qualunque, il cui motto era "non ci rompete più le scatole": nel 1944 nacque il settimanale dell'Uomo Qualunque (che ebbe una tiratura media di 800.000 copie). Poco dopo nacque anche il partito.
La politica
Il movimento, che avrebbe generato una nuova pseudo-ideologia politica chiamata appunto "qualunquismo", ottenne il 5,3% dei voti alle elezioni politiche del 1946, potendo così contare su 30 deputati all'Assemblea costituente, tra cui lo stesso Giannini. parlamentari
L'Uomo Qualunque fece proseliti soprattutto al Sud, dove otteneva il voto dei grandi proprietari terrieri spaventati dalla rivolte delle masse contadine (appoggiate dal Partito Comunista Italiano) e dagli ex-fascisti. La nascita del Movimento Sociale Italiano ed il rafforzamento della Democrazia Cristiana su posizioni conservatrici causeranno il crollo elettorale dell'UQ.
Nel 1947 Giannini, dopo aver tentato un'alleanza con la Democrazia Cristiana ed il MSI, si avvicina al leader comunista Palmiro Togliatti, definito due anni prima "verme, farabutto e falsario". Molti simpatizzanti dell'Uomo Qualunque, allibiti da questa scelta, abbandonano Giannini che, messo alle strette, rinuncia al patto d'amicizia con il PCI per stringerne un altro con il Partito Liberale Italiano. Ormai il danno è fatto: alle elezioni politiche del 1948 l'alleanza UQ-PLI ottiene solo il 3,8% dei consensi, e poco dopo i liberali se ne chiamano fuori. Giannini viene eletto alla Camera e aderisce al gruppo Misto.
Il movimento di Giannini si scioglie l'anno successivo. In vista delle elezioni del 1953, Giannini si candida nella DC, senza tuttavia essere eletto. Poco dopo le elezioni, Amintore Fanfani forma un governo di centrosinistra con il Partito Socialista Democratico Italiano e Giannini, contrario a tale formula politica, individua come possibili interlocutori prima il MSI e poi il Partito Nazionale Monarchico.
Nel corso della sua esistenza, durata 69 anni meno quattro giorni, fu anche sceneggiatore, librettista e direttore di compagnie.